Opere dalle Collezioni Civiche di Pescia
8 Febbraio — 2 Giugno 2025
mostra a cura di Livia Fasolo e Claudia Massi
DUE SECOLI DI DISEGNO
Opere dalle collezioni civiche di Pescia
8 Febbraio — 2 Giugno 2025
mostra a cura di Livia Fasolo e Claudia Massi
L'esposizione presenta disegni recentemente inventariati e riportati alla luce e si offre come una panoramica dell’arte del disegno approfondendo le opere di quattro artisti vissuti in momenti storici diversi: Alberico Carlini (1703-1777), Innocenzo Ansaldi (1734-1816), Luigi Norfini (1825-1909) e Libero Andreotti (1875-1933).
Questi artisti, nati tutti nel territorio di Pescia, si sono formati e hanno sviluppato le loro carriere anche in altri centri d’Italia o all’estero. Tutti hanno lasciato nella loro città natale tracce imprescindibili sotto forma di album, fogli e disegni di grande valore.
Ognuno dei nuclei presenti a Pescia è un unicum, che costituisce il più delle volte la sola testimonianza dell’attività grafica di questi artisti (come nel caso di Carlini e di Ansaldi). Anche per Norfini, pittore ottocentesco di battaglie dalla carriera più articolata di quanto non si credesse, i disegni conservati a Pescia sono uno dei gruppi più consistenti, insieme a quello del Gabinetto dei Disegni di Castello Sforzesco a Milano.
La quantità e la qualità dei disegni dello scultore Libero Andreotti, qui esposti non solo quali studi preparatori ma anche come opere dal valore autonomo, rendono il corpus grafico della Gipsoteca e dei musei di Pescia di estremo interesse per gli studiosi.
La mostra è anche il risultato del lavoro svolto da Simona Lunatici, che ha curato l’inventariazione delle opere grafiche: quasi mille disegni di Libero Andreotti e oltre mille stampe e disegni provenienti dal fondo antico e novecentesco del Museo Civico che saranno inseriti nel catalogo generale dei beni culturali.
DUE SECOLI DI DISEGNO
8 Febbraio — 2 Giugno 2025
Orario di apertura della mostra
martedì e giovedì
10:00-12:30 15:00-17:30
sabato e domenica
15:30-18:30
Museo Libero Andreotti
Piazza del Palagio 7
Informazioni
Tariffe
Mostra + Gipsoteca + Museo Civico
Biglietto intero € 5.00
SIMUP Card e altre riduzioni € 3.00
Altre mostre parallele del SIMUP
18 aprile
Emanuele Pellegrini
Il pittore dimenticato.
Conversazione su Luigi Norfini
Luigi Norfini, Interno di casa Cardini, 1904, Pescia, Museo Civico
Conosciuto come disegnatore "sul campo" di alcuni episodi delle battaglie del Risorgimento, Luigi Norfini (Pescia 1825-Lucca 1909) è stato uno dei protagonisti della stagione culturale e politica che parte dal 1848 e arriva alle soglie della Prima Guerra Mondiale. Figlio di un celebre medico ostetrico, Norfini ha sviluppato la sua carriera tra l'Accademia di Belle Arti di Firenze e Lucca, città in cui diresse la locale Accademia di Belle Arti e per cui fu un infaticabile organizzatore, tanto da riceverne la cittadinanza onoraria. Norfini lavorò a lungo per i massimi committenti del periodo, da Casa Savoia a Bettino Ricasoli, suo protettore e mecenate, pur conservando sempre un profondo legame con la sua città natale, che tutt'oggi conserva numerose sue opere.
Emanuele Pellegrini è professore ordinario di storia dell'arte presso la Scuola IMT Alti Studi di Lucca. è stato Chercheur Invité presso l'INHA di Parigi e ha lavorato a gruppi di ricerca internazionali (Getty, Los Angeles; King's College, Londra; Zentralinstitut für Kunstgeschichte, Monaco). è condirettore della rivista "Predella". Ha pubblicato articoli e libri sulla storia del collezionismo e della critica d'arte soprattutto tra Settecento e Novecento.
Manuel Rossi
Padre della patria?
Baldassarre Turini tra storia e mitografia
Pierino da Vinci, sepolcro di Baldassarre Turini, 1552, Pescia, Duomo
L’intervento muove dall’immagine, diffusa dagli eruditi secenteschi, di Baldassarre Turini «padre della Patria» pesciatina, un’immagine che difficilmente si sposa con la condotta del raffinato curiale e attento uomo politico. Per tale motivo si cercherà di ricostruire i rapporti del Datario con la «Piccola Patria»; rapporti che pur al netto della dispersione delle carte personali e familiari del Turini bene possono essere ricostruiti attraverso la documentazione della Comunità pesciatina e in particolar modo i registri delle deliberazioni a partire dalla prima «ambasceria» affidata a Baldassarre nel 1514 sino alle ultime testimonianze, in prossimità della morte del Turini (1543).
Dopo la laurea presso l’Università di Pisa, Manuel Rossi ha conseguito il Dottorato di ricerca nel medesimo Ateneo. È responsabile dell’ufficio Patrimonio Artistico e Archivio dell’Opera della Primaziale Pisana. È inoltre direttore scientifico dell'Archivio storico del Maggio Musicale Fiorentino nonché curatore di numerosi progetti archivistici, ha collaborato con i principali istituti di ricerca nazionali ed è stato assegnista di ricerca presso il Centro Archivistico della Scuola Normale Superiore di Pisa e l’Università per Stranieri di Siena.
Tonino Coi
Creature fantastiche e mitologia nella produzione tarda di Libero Andreotti
Libero Andreotti, Sirena con vaso portalampada, 1931, Motonave "Viktoria"
Dopo una breve, ma significativa parentesi mistico-religiosa (con conseguente semplificazione delle forme), la produzione più tarda di Libero Andreotti inaugura una nuova fase stilistica che caratterizza anche una serie di opere a tema mitologico (e più specificamente marino) legate ad apparati decorativi tra i più disparati, dalle collaborazioni con Gio Ponti per la Richard Ginori agli arredi per i saloni delle grandi motonavi.
Funzionario presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno. Laureato a Roma in Storia dell’Arte Moderna e specializzato a Firenze con una tesi sulla corrispondenza tra Libero Andreotti e Ugo Ojetti; borsista presso la Fondazione Roberto Longhi di Firenze con un progetto di ricerca su Libero Andreotti e le sue partecipazioni alla Biennale di Venezia. Studi su Libero Andreotti riguardanti principalmente i monumenti funebri e le collaborazioni con Gio Ponti nell’ambito della produzione Richard Ginori e delle grandi commissioni pubbliche degli anni ’20 e ’30.
28 marzo
Gerardo de Simone
«Ricordanze» del Beato Angelico in Neri di Bicci
Neri di Bicci, Incoronazione della Vergine con angeli e i santi Bernardo, Paolo, Barbara, Caterina d'Alessandria, Giovanni Battista e Girolamo, 1475-1485 circa, Pescia, Museo Civico
La statura dei grandi maestri nella storia dell'arte si misura anche dall'influenza da essi esercitata sui cosiddetti maestri 'minori'. Un caso emblematico è fornito dal Beato Angelico, la cui pittura sacra, culturalmente composita e in continua evoluzione dalle premesse tardogotiche agli approdi rinascimentali, si impose come normativa per molti artisti, anzitutto in ambito fiorentino. Tra i più ricettivi verso la lezione del sommo pittore domenicano spicca il prolifico e 'conservatore' Neri di Bicci, autore a Pescia di pale d'altare e affreschi, che continuò a ispirarsi ai modelli angelichiani ben addentro la seconda metà del Quattrocento.
Gerardo de Simone, storico dell'arte, si è formato presso l'Università di Pisa. Borsista del Kunsthistorisches Institut di Firenze e di Villa I Tatti-The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, codirige la rivista "Predella". Curatore di mostre e di volumi, ha pubblicato numerosi saggi in riviste italiane e internazionali, cataloghi di mostre, atti di convegni; è autore dell'ampia monografia Il Beato Angelico a Roma. Insegna presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze.
28 febbraio
Luisa Berretti
Su alcuni disegni pesciatini di Giovan Domenico Ferretti, maestro del Settecento fiorentino
Giovan Domenico Ferretti, Studi per una danzatrice, 1730-1750, Pescia, Museo Civico
Giovan Domenico Ferretti (Firenze, 1692 1768) è uno dei protagonisti indiscussi della pittura toscana del primo Settecento, di cui conosciamo molti dipinti, ma rari sono i suoi disegni. Accanto ai nuclei noti del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e del Musée des Beaux d'Art de Lille, si colloca per qualità e rilevanza, quello conservato ai Musei Civici di Pescia, a cui si sono potuti aggiungere di recente altri esemplari. La onferenza sarà quindi un'occasione per illustrare il corpus grafico dell'artista e fare nuove considerazioni.
Luisa Berretti, dal 2022 è direttore dei Musei nazionali di Lucca e del Museo nazionale d'arte medievale di Arezzo. In servizio presso la Direzione regionale musei Piemonte (2017-2022), è stata vicedirettore del Castello di Agliè e del Castello di Moncalieri.
Si è laureata in Museologia e storia del collezionismo a Firenze (2005), specializzata in storia dell'arte moderna a Bologna (2009), e ha conseguito il dottorato di ricerca a Pisa (2019). È stata borsista al Museo del Louvre presso il Département des arts graphiques (2007). Ha curato e co-curato mostre in Toscana, Piemonte e Val d'Aosta. Dal 2006 pubblica contributi inerenti il patrimonio artistico italiano, soprattutto dal Cinquecento al Settecento, ed è una riconosciuta esperta di disegni.
7 febbraio 2025
Silvia Ciappi
La Natività nell’arte figurativa toscana (secc. XIV-XVII)
Maestro della Maddalena assunta Johnson, Madonna col Bambino, San Giovannino e Santa Margherita, Pescia, Museo civico (deposito dalla Galleria degli Uffizi, Firenze)
Si traccia un percorso attraverso dipinti che illustrano il tema della Natività, dal XIV al XVII secolo, prendendo avvio dai dipinti conservati al Museo Civico di Pescia. Si evidenzia il rapporto affettivo e di intimità che distingue le opere a tema mariano, che uniscono, spesso sovrappongono, l'immagine della madre celeste a quella terrena, mentre Gesù è raffigurato come un vero bambino, pur lasciando intuire la consapevolezza dei futuri, drammatici eventi. Tuttavia nelle Natività l'aspetto sacro e il dogma teologico lasciano spazio alla devozione, accentuata da sguardi, gesti ed espressioni densi di tenerezza e di familiarità domestica.
Silvia Ciappi si è laureata a Firenze in Storia dell'arte medievale e moderna con una tesi sul revival gotico nel XIX secolo tra Padova e Venezia, città dove ha iniziato i suoi studi sul vetro. Negli anni ha approfondito le vicende del vetro, delle vetrate e degli arredi da spezieria, con particolare attenzione ai confronti iconografici e alle fonti archivistiche.
Docente a contratto alla Scuola di specializzazione, SAGAS, Università di Firenze (2010-2022). Dal 2015 associated scholar al Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institut. Dal 2016 responsabile della catalogazione e inventariazione del patrimonio storico archivistico dell'officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella, Firenze.
24 gennaio
Francesco Tanganelli
Una testimonianza ritrovata. La frequentazione etrusca della Valleriana alla luce della lastra di Antiglia
La lastra I di Antiglia, particolare, III-II secolo a.C., Pescia, depositi del Museo Civico
Rinvenuta nel 1977 in Valleriana, nel territorio di Stiappa, la lastra I di Antiglia suscita interesse per le incisioni che caratterizzano la sua superficie. Nonostante la forte usura, si possono infatti riconoscere almeno tre rosoni a sei petali, racchiusi in un cerchio; sopravvivono poi alcune lettere di difficile comprensione, che sono state giudicate pertinenti a un alfabeto nord-etrusco di tipo tardo (III-II secolo a.C). Dopo un lungo periodo di apparente dispersione, la lastra I di Antiglia è tornata alla luce nel 2020 e la sua riscoperta ha permesso di acquisire nuovi dati sulla storia del popolamento della montagna pesciatina prima della conquista romana della Valdinievole, e di offrire al contempo una possibile spiegazione dei diversi riutilizzi che la lastra potrebbe aver subito nei secoli.
Francesco Tanganelli si è laureato all'università di Firenze in Archeologia classica, ottenendo in seguito un master in gestione dei Beni Culturali presso l'Istituto per l'Arte e il Restauro "Palazzo Spinelli". Si è diplomato alla scuola di specializzazione in Beni Archeologici dell'ateneo fiorentino e ha conseguito un dottorato in "Storia, culture e saperi dell'Europa mediterranea" presso l'università della Basilicata. Ha preso parte a scavi e missioni scientifiche in Italia e all'estero, presentando le proprie ricerche in convegni nazionali e internazionali. Fra i suoi interessi si segnalano la scultura antica, l'epigrafia e la lavorazione dei materiali lapidei. Attualmente lavora come conservatore pro tempore dei Musei di Fiesole.
10 gennaio
Claudio Pizzorusso
Andreotti a Parigi
Libero Andreotti, Sirena alata (La Grande Mouette), 1913, Pescia, Museo Gipsoteca Libero Andreotti
Il soggiorno parigino di Libero Andreotti (1908-1914) è stato certamente il momento più felice della sua carriera, e purtroppo è il meno documentato dalle opere conservate in Gipsoteca. Grazie anche a un inedito taccuino gentilmente prestatoci dagli eredi, si cercherà di ripercorrere quella delicata fase in cui, a contatto con il mondo artistico e letterario francese, lo scultore si è evoluto, come egli stesso scriveva, <<dall'impressionismo plastico» praticato nel precedente periodo milanese, verso un certo impressionismo mnemonico che potrebbe chiamarsi oggi espressionismo».
Claudio Pizzorusso è stato professore ordinario di Storia dell'arte contemporanea all'Università degli studi di Napoli Federico II, e ha insegnato alle università di Urbino, di Firenze e di Siena Stranieri. Ha diviso i suoi studi tra la pittura del Seicento, la scultura del Cinque-Seicento e l'arte italiana e francese dell'Otto-Novecento. Dal 1993 si è dedicato a Libero Andreotti, pubblicando un volume sulla sua corrispondenza (1997) e vari saggi, e organizzando le mostre monografiche di Matera (1998) e Firenze (2000). Attualmente è consulente scientifico del Comune di Pescia per la Gipsoteca.